Trasmetto in versione integrale la mia relazione sull'economia circolare tenutasi per conto di UNIMI Università degli Studi di Milano il giorno 26 di Novembre ...
Mi chiamo Rossana Diana e sono una fashion designer, ho avuto il privilegio di lavorare fin dall’inizio degli anni 90 al fianco di Vivienne Westwood per le produzioni industriali italiane. Nel 2000 ho iniziato a interessarmi dei temi della sostenibilità della moda, in particolare mi chiedevo se davvero dovessi continuare a comprare tessuti nuovi, quando presso l’azienda che produceva le collezioni, avevamo il magazzino pieno di tessuti, belli in qualità e in grandi quantità.
Ma la vera svolta del mio cercare di comprendere il significato reale dell’azione sostenibile, mi arrivò nel 2006 quando mi capitò fra le mani un libro che mi diede finalmente la consapevolezza che cercavo.
Subito ne mandai una copia a Vivienne e lei ne fu colpita quanto me, infatti ne seguirono due sue collezioni che volle battazzare così: Chaos Point.
Effettivamente fu un un punto per noi decisivo, perchè lei comincio a fare attivismo per l’ambiente come personaggio pubblico e io cominciai a lavorare per realizzare un Protocollo che elencasse le specifiche per realizzare un ciclo produttivo della moda fatto nel totale rispetto della Natura.
Così cominciò un profondo lavoro di sviluppo e ricerca sul prodotto, un lavoro di sperimentazione sul prodotto moda che è ancora oggi il cuore delle attività di Web Fashion Academy, l’associazione di cui sono presidente.
L’economia circolare non esiste, perché il sistema di economia circolare non esiste, esistono della azioni circolari attuate da aziende del sistema di economia lineare che fanno di queste azioni il loro vantaggio competitivo, il loro tratto caratteristico. Non intendono condividere il loro know how e ognuno ha una sua idea di circolarità che attua in maniera personale e che non condivide oltre la sua filiera.
Il sistema circolare si attua quando le stesse filiere si sfaldano a favore della realizzazione della rete che è l'asse portante per lo sviluppo dell'economia circolare. Quando tutte le aziende di questo sistema condividono le medesime azioni.
Il Protocollo Waste Couture è il disciplinare che elenca le specifiche che vanno dall’ufficio stile al la produzione e dalla distribuzione alla comunicazione per realizzare l’unità produttiva circolare e rigenerativa. Un documento così non esisteva e a tutt’oggi, per la moda, è l’unico esistente.
Il Protocollo 1 è quello che si rivolge alle aziende manifatturiere agli uffici stile e prodotto.
Il Protocollo 2 è quello che si rivolge alle aziende tessili, alle aziende dei materiali e a tutti quelli che processano lavorazioni sugli stessi.
L’uso di entrambi i protocolli permetterebbe il lavoro all’ unisono secondo circolarità di tutte le aziende del network che si creerebbe. E che darebbe finalmente esistenza ad un prodotto etichettabile davvero 100%zero waste ma non perche ne abbiamo fatto uno slogan ma perché la misurazione delle azioni sul prodotto lo ha consentito.
L’azione de Protocolli Waste Couture 1 e 2 ad oggi non si è ancora realizzata.
Quanto tempo stiamo perdendo?
Per quanto tempo dobbiamo ancor illuderci raccontarci delle gran favole? Non è piu tempo di racconti, ma di azione ecco perchè sono qui, ed ecco perche alla fine di questo convegno, la mia presenza anche in nome della mia amata Vivienne Westwood, deve suonare come una chiamata all’azione: uniamoci e facciamo l’economia circolare e rigenerativa per la moda, il primo esempio: dall’Italia per il mondo.
Io metto a disposizione il mio lavoro, il Protocollo e il mio entusiasmo per cominciare questa condivisione. Contattatemi info@webfashionacademy.com
Vi aspetto! Grazie ancora a tutti e buona serata