Ispirazione Poiret
Web Fashion Academy • 13 aprile, 2015

Paul Poiret nel suo atelier
Innovatore, artista, genio, paragonabile a quello che nella pittura è rappresentato da Picasso, Paul Poiret rappresenta una delle figure principali della moda della Belle époque. Un’epoca legata ad un ampio sviluppo delle arti: nasce il cinema con i fratelli Lumière, si afferma l’Impressionismo con Renoir, Manet, Degas, Cézanne, Monet, in Italia, con il Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti nasce il Futurismo. Lo stile artistico che più di ogni altro evoca la Belle Époque è l’Art Nouveau che si afferma in tutta Europa con nomi diversi in ogni Paese. Il suo rappresentante più noto è il pittore austriaco Gustav Klimt. In Italia l’Art Nouveau è conosciuta come “Stile Liberty”. Le sue ispirazioni, nei primi anni del decennio, provocarono un radicale cambiamento rispetto alla moda tradizionale, le creazioni di Poiret imposero un modello di eleganza che faceva perno sull’abbandono delle forme curvilinee a favore di abiti dalla linea verticale, sull’introduzione di colori sgargianti nell’abbigliamento femminile fino ad allora realizzato con tessuti dalle tinte tenui, sulla rinuncia alla cura dei dettagli sacrificata all’effetto complessivo dell’abito. Poiret cominciò a disegnare modelli, per venderli ad alcune delle più conosciute case di moda di Parigi, finchè nel 1896 venne assunto come apprendista disegnatore presso l’atelier di Jacques Doucet. Nel 1900 entrò come stilista nella celebre casa di moda Worth, rimanendovi però pochi anni, poichè i suoi disegni troppo avveniristici basati su una linea semplice e pratica, si scontravano con il gusto moderato della clientela.
I primi abiti che propose erano già particolarmente innovativi: abbandonando ogni tipo di decorazione realizzò abiti dalla linea sciolta e naturale, che consentivano una inedita libertà di movimento. Nel suo nuovo taglio, il tessuto appoggiato unicamente sulle spalle e non più sulla vita, cadeva con grande scioltezza e fluidità, e fu nel 1905, durante la guerra russo-giapponese, creò il mantello-kimono, una sopravveste, che lo stilista propose in tessuto rosso-bordeaux con fodera chiara a contrasto, ricamata con motivi a cineserie. Fece seguito il Lola Montes, primo abito senza corsetto, un’alta fascia interna steccata e fermata da gros grain sostituiva il busto, ormai inutile, e fasciava la vita e i fianchi. Il taglio della vita venne spostato fin sotto al seno, in corrispondenza con il bordo superiore della fascia interna. Ispirato dallo spettacolo del Balletto Russo, in scena a Parigi nel 1909, con i fantasiosi ed esotici costumi di Léon Baskt, Paul Poiret produsse così la gonna humpel, i turbanti, propose l’immagine della donna-odalisca con i pantaloni harem realizzati in chiffon bianco e ocra, fermati in vita e alle caviglie. Nonostante le reazioni scandalizzate di una parte della borghesia di allora, i pantaloni all’orientale proposti dallo stilista furono apprezzati da molte donne parigine, e contribuirono a costruire la particolare immagine di femme fatale che appartiene all’estetica della Belle époque, anche attraverso la diffusione dei suoi costumi nel teatro e nel cinema. Poiret sviluppò anche una contemporanea ricerca riagganciandosi allo stile neoclassico, orientato su soluzioni e materiali innovativi, con decorazioni stampate nei colori delle avanguardie artistiche. Tra i modelli più celebri appartenenti a questo filone si ricordiamo: Joséphine, con vita alta, in satine bianco e tunica in tulle e bordatura dorata; la tunica Cairo, legata alle calde atmosfere mediterranee; l’Eugénie, in rosso e oro, derivato dal sari indiano; e l’orientaleggiante mantello Ispahan. All’affascinante e libera foggia orientale si riferiscono anche i suoi cappotti, giacche e mantelli, sviluppati sul taglio semplice e unitario del kimono rifiniti con bordi di pelliccia. Sempre il kimono diventa il motivo dominante anche per gli abiti di seta, con ricami floreali, che soppiantano il tradizionale abito da pomeriggio. Agli esagerati cappelli con larghe falde, trattenuti con gli spilloni, Poiret sostituisce pratici ed eleganti turbanti, semplici, con drappeggi o decorati con piume.
Abile uomo di marketing, Poiret curò anche la parte commerciale della sua impresa, pianificando la diffusione dei suoi modelli attraverso pubblicazioni e sfilate in tutta Europa, fu il primo a esporre le proprie creazioni in ampie vetrine che si affacciavano direttamente sulla strada e, non essendo nati ancora i fotografi di moda, si avvalse della collaborazione degli illustratori Paul Iribe e Georges Lepape che disegnarono per lui i primi bozzetti. Organizzò défilé e ricevimenti fra cui la celebre Fête de la Mille et Deuxième Nuit seguita da un tour americano con le sue modelle. Creò la linea di profumi e cosmetici Rosine, caratterizzata da essenze raffinatissime racchiuse in bottiglie d’argento e cristallo, alcune delle quali disegnate da Lalique. Con il suo marchio commercializzò sul mercato americano borse, guanti e calze tutto questo fino allo scoppio della prima guerra mondiale che segnò l’inizio del declino del modello di femminilità e di eleganza proposto dalla Belle Epoque e da Paul Poiret.

Il Balletto Russo di Léon Baskt

Jumpsuit di Paul Poiret. Pantaloni stile harem e top a schiena nuda, 1926

Tunica Josephine

Il Mantello Kimono

Le creazioni di Poiret nelle illustrazione di Paul Iribe

Costume Fancy

Le creazioni di Poiret nelle illustrazione di George Lepape
Felice di darvi,
Venette