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La Grande Barca
Diary • 12 settembre, 2018


Sabato una grande barca è partita dalla costa di San Francisco. Partita per un viaggio che durerà cinque anni questa grande barca avrà un compito ambizioso: rimuovere il 90 percento dei detriti di plastica che inquina il nostro Pacifico.

 

È il frutto del lavoro di The Ocean Cleanup, un'organizzazione no-profit che vuole raccogliere la spazzatura oceanica e riportarla sulla terra per essere riciclata o riutilizzata in nuovi prodotti. Avviata dallo scienziato olandese Boyan Slat quando aveva solo 18 anni, la compagnia ha raccolto oltre 20 milioni di dollari in finanziamenti per costruire un sistema di boe e reti a forma di U da 2.000 piedi che possono muoversi con le maree oceaniche per catturare la plastica che galleggia sulla superficie dell'acqua senza  intrappolare il pesce durante il processo.

Il loro lavoro sarebbe quello per un'ottima soluzione: ci sono oltre 5 miliardi di pezzi di plastica che attualmente si stanno sparpagliando nei nostri oceani, secondo il sito web di The Ocean Cleanup. Una nuova ricerca sulla rivista Nature mostra che il Great Pacific Garbage Patch, l'isola di plastica galleggiante, il più grande accumulo di plastiche e microplastiche visibili al mondo, situato tra Hawaii e California, è in realtà 16 volte più grande di quello che gli scienziati pensavano in precedenza. Questa discarica offshore sarà il sito della prima missione di Ocean Cleanup.

La grande barca, una volta testato  il primo raccoglitore di rifiuti marino al largo della costa di San Francisco, si dirigerà verso il grande Patch, dove alla fine verranno aggiunti altri 60 sistemi simili. Se tutto andrà secondo i piani, le reti ripuliranno il 50% dell'isola di plastica entro cinque anni. Lungo il percorso, i sensori e le antenne satellitari invieranno i dati sulla terra per fornire agli scienziati una migliore comprensione del blocco deposito di rifiuti.

 

L'utilizzo di quella che è essenzialmente una rete gigante per intrappolare la spazzatura nel nostro oceano, potrebbe sembrare una soluzione fin troppo semplicistica, ma il dispositivo ha attraversato molte iterazioni di progettazione per arrivare a dove è oggi: una macchina che può muoversi in tandem con le maree per raccogliere tutti i detriti. È un momento storico considerando che nessun altro ha mai tentato di ripulire neanche i nostri mari su così vasta scala.


Sicuramente un momento emozionante, ma non dimentichiamoci che questa innovazione non risolverà da sola i problemi di spazzatura dell'umanità. Pulire i nostri oceani è una cosa, ma tenerli puliti richiederà innanzitutto a tutti noi di produrre e consumare meno plastica. Ognuno di noi può contribuire, iniziando a riciclare correttamente e cioè non semplicemente attenendosi alla perfetta esecuzione della raccolta differenziata, ma riciclando i vecchi contenitori ed evitando di acquistarne di nuovi ogni volta che si può, e credetemi, si può spesso.


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