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L'arte delle donne
Diary • 27 giugno, 2022




Ad Art Basel quest’anno ci sono andata per vedere le artiste donne, ultimamente sono molto interessata all’arte delle donne e a quanto pare ad Art Basel si vende a prezzi che consentono profitti più alti degli omologhi maschili. Di questa edizione rimarrà sicuramente memorabile la vendita, concordata da Hauser & Wirth ancora prima della fiera per 40 milioni di dollari, del ragno di più di 3 metri, «Spider», di Louise Bourgeois. Lei la mia femminista preferita con le sue installazioni altamente erotiche e oniriche e provocatorie.

Anche le opere di espressionismo astratto americano di Joan Mitchell, di Cecilia Vicuña e le sue installazioni d’arte precaria realizzate con materiali trovati e detriti abbandonati e le sculture in lattice colato dell’americana Lynda Benglis, sono andate molto bene.

Molto interessante ho trovato il lavoro di Avery Singer, figlia di due artisti, nata e cresciuta a in un loft di Tribeca a New York City, passa dal digitale alla pittura, ponendosi domande sui limiti e sulle possibilità di entrambi: "Sono interessata ai modi in cui gli artisti hanno rimosso la mano dalla pittura usando la tecnologia"

Affascinata invece dal delicato   astrattismo di Kylie Manning, lei spiega che essendo cresciuta in Alaska e n varie regioni del Messico, il tempo trascorso sull'acqua a cielo aperto abbia influenzato i suoi dipinti, in cui figure ambiguamente definite emergono dall'astrazione gestuale. "È traslucido come l'acqua, effimero come ciò che vedi in superficie e ciò che non vedi sott'acqua", dice del suo stile artistico.

E poi ancora l’arte figurativa di Jenna Gribbon, l’arte multimediale di Lorna Simpson, le opere monumentali di Kennedy Yanko, gli allestimenti di Andrea Zittel.

Poi mi fermo e decido in maniera definitiva, che l’immagine di questo post lo farò davanti all’allestimento di Isabella Ducrot: Omaggio a Mishima. L'installazione è l'omaggio di Ducrot a Yukio Mishima, lo scrittore giapponese modernista. Il progetto è stato originariamente concepito come una scenografia progettata da Ducrot per l'Opera Hanjo, scritta da Mishima nel 1956, basata su un tradizionale Noh-Play giapponese del XIV secolo con lo stesso titolo. Hanjo è una storia senza tempo di amore, solitudine e tradimento. La scenografia di Ducrot ha fornito lo spazio teatrale per lo svolgersi del triangolo amoroso di Mishima.

 

Della sua attrazione per il minimalismo e gli schemi ripetitivi, ha detto: "Credo che in Occidente il peso del pensiero storico cambi il nostro giudizio estetico, la nostra arte figurativa dipinge storie, ma in Oriente l'arte è celebrata a un ritmo più lento, direi, determinando il carattere contemplativo delle sue espressioni artistiche.'

 

Isabella Ducrot ha sviluppato un interesse particolare per i tessuti di tutto il mondo e per come la trama può simboleggiare la struttura della mente e della società. Il suo lavoro è rappresentato a livello internazionale ed è stato incluso nella 45a e 54a Biennale di Venezia. La Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma le ha dedicato una grande mostra nel 2014. Ducrot vive e lavora a Roma.

Dopo questa presentazione di donne nell’arte, possiamo dire che il loro contributo sia essenziale allo sviluppo del linguaggio dell’arte? In molti casi però non appare così, ma reso marginale da un potere maschile discriminnate, qualcosa che può essere messa sullo stesso piano di cose esoteriche, occultismo o meramente artigianali, ma non per questo ce la prendiamo, siamo da sempre felicemente e sostanzialmente streghe, noi donne un po’ visionarie e ci stiamo.


https://artzeit.us/article/63

Venette Waste, Metaverso, artlovers , Art Basel, donne, artiste.